2018 — Manifesto del Futurismo Rurale

#1 Il “Futurismo Rurale” è una sfida sia ai discorsi attuali sulla ruralità considerata come uno spazio di autenticità, utopia, anacronismo, provincialismo, tradizione, senso di stabilità, sia ai contrasti oppositivi sui quali queste narrazioni sono costruite: appartenenza/alienazione, sviluppo/arretratezza.

#2 È necessario un approccio critico alla ruralità, oggi più che mai, per poter immaginare futuri “altri” per le comunità, i territori ed i luoghi rurali, al di là della dicotomia “alterità”/”identità”.

#3 È evidente che la ruralità non può essere considerata oggi espressione di uno spazio geografico; piuttosto, essa esprime a tutti gli effetti una posizione politica.

#4 Le aree rurali devono essere considerate come spazi complessi immersi attivamente nel dinamismo degli incontri, delle correnti e dei flussi delle geografie contemporanee, che mettono in questione le narrazioni del capitalismo e del metropolitanismo nelle quali esse sono marginalizzate e destinate all’oblio.

#5 Il “Futurismo Rurale” affronta temi e questioni relative alle dinamiche complesse tra territori rurali e spazi urbani attraverso la prospettiva delle tecnoculture, analizzando una serie di temi come le complesse dinamiche tra ruralità e spazio urbano, la generazione delle comunità nel tempo (spopolamento, movimenti, resilienza, eredità culturale), le caratteristiche peculiari geofisiche del luogo (vento, energia, infrastrutture e/o mancanza di esse, dislocazione).

#6 In un territorio, tutte le forme di vita presenti (umane e non umane) sono sempre già implicate l’una nell’altra, inseparabilmente coesistenti. A volte, queste coesistono pacificamente, altre volte lo fanno in maniera conflittuale. Quando la ‘coesistenza’ si configura in maniera conflittuale, è possibile individuare le zone “grigie” di un territorio rurale e mettere in discussione i concetti ereditati di ‘ambiente’, ‘natura’, ‘ecologia’? Riletto come ambiente di ‘coesistenza’ conflittuale, il territorio rurale può essere ridefinito attraverso una presa di posizione che trascende ogni clichè puramente contemplativo o romantico-decadente, riproponendosi invece come catalizzatore di punti d’ascolto profondo, sui quali costruire ed immaginare ulteriori approdi linguistici, di pensiero, di senso.

#7 Anche se le narrazioni dominanti esistono ed insistono sul fatto che gli spazi rurali, già condannati all’abbandono, sono relegati ad uno spazio-tempo che implica l’involuzione, al contrario, ci sono molte pratiche – teoriche, artistiche, agricole e tecnologiche – che attestano il potenziale di resistenza della ruralità.

#8 Il “Futurismo Rurale” è una prospettiva critica in cui i molteplici punti di vista e di ascolto forniti dall’arte, ed in particolare dalle tecno-culture, forniscono nuove modalità per pensare a ciò che è o può essere la ruralità. I territori rurali diventano così luoghi di sperimentazione, performatività, indagine e riconfigurazione, in cui è possibile creare scenari futuri a partire da altri assemblaggi di elementi visibili e invisibili, umani e non umani: oggetti, materiali, discorsi, tecnologie e infrastrutture relazionali che costituiscono, e che vengono a loro volta costituiti, come specifiche forme di governance.

#9 Attraverso il suono, riusciamo a cogliere la complessità e il dinamismo con cui il territorio si rivela secondo modalità e prospettive diverse. Ascoltarlo da vicino ed in profondità, in immersione acustica, ci consente di ‘sentirne’ le topologie, le dissonanze, le armonie, le risonanze che vibrano e si attivano nel momento stesso in cui questi processi si delineano, rivelando l’approccio “acustemologico” di conoscenza degli spazi e dei luoghi.

#10 Nella sua ineffabilità e nella sua materialità, il suono ci invita a far esperienza delle aree rurali, dei luoghi abbandonati e delle periferie urbane come spazi nei quali interrogare il nostro approccio alla storia e al paesaggio, il nostro senso di abitare un territorio e la relazione che abbiamo con esso. Ci invita a un ascolto profondo di ambienti, spazi e paesaggi che rivela i conflitti e le trasformazioni territoriali che investono gli ecosistemi ideologici, infrastrutturali e biologici dei quali siamo parte. In questo senso, le pratiche di ascolto ci spingono ad attraversare criticamente le aree di confine dei territori rurali, mettendo in discussione concetti persistenti che riguardano l’ineluttabile marginalità, la residualità e la perifericità delle aree rurali.